“Una compagnia di porcospini, in una fredda giornata d'inverno, si strinsero
vicini, per
proteggersi, col
calore reciproco, dal rimanere assiderati (
Fase della Simbiosi o Confluenza).
Ben presto, però, sentirono il
dolore delle spine reciproche; il dolore li costrinse ad
allontanarsi di nuovo l'uno dall'altro (
Fase della Differenziazione).
Quando poi il bisogno di scaldarsi li portò di nuovo a stare insieme, si ripeté quell'altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro tra due mali: il freddo e il dolore (
Fase della Sperimentazione),
Tutto questo durò finché non ebbero trovato una
moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione (
Fase della Interdipendenza o della Costanza Oggettuale).”
(A.Schopenhauer)
In questo racconto sono ripercorse le tappe del Ciclo di Vita della coppia - inserite tra parentesi - di cui avevo parlato nel post “Coppia, 1+1=3: Istruzioni per l’uso”.
Questa storiella che il filosofo
Arthur Schopenhauer racconta, in “
Parerga und Paralipomena” è stata ripresa da Sigmund Freud in “Psicologia
delle masse ed analisi dell’io”.
Di questo famoso racconto in cui è presente il dilemma del movimento relazionale, la
Terapia della Gestalt ha fatto uno dei suoi temi organizzatori: il confine che separa, è ciò che paradossalmente nel contatto unisce (M. Menditto). Grazie al movimento di contatto/ritiro l’essere umano si muove nella relazione (Mi lego a te/Mi slego a te).
Il confine di contatto ha due funzioni principali: protegge, contiene, ciò che io riconosco come appartenere a me e mette in connessione, dà luogo all’incontro con l’altro da me, con l’alterità.
Questa storia – metafora ci può essere utile sia nell’osservare la Fenomenologia della Coppia ma anche lo stare nella Relazione in altre forme di rapporto umano (amicizia, rapporti di lavoro).
Attraverso l’esperienza i due porcospini trovano la “Giusta distanza” e proprio nella distanza, che non equivale a separazione, è possibile il verificarsi dell’epifania amorosa.
E’ la capacità di abitare la distanza tra se e l’altro da se che attiva e genera l’Amore. Il desiderio motore dell’attrazione tra i due partner, nasce dalla mancanza (pensiamo a
Platone che nel “Simposio” narra secondo il mito, che Eros è Figlio di “Poros” e “Penia”, Ingegno e Povertà) e se si uccide la mancanza si uccide il desiderio.
Auguro a voi tutti lettori, una felice Pasqua come di Rinascita della Vita e Vittoria della Vita sulla Morte.
Dott. Andrea Duranti