venerdì 31 ottobre 2008
Al di la del copione perdente! Verso l'autonomia, la consapevolezza e l'intimità.
Il Copione secondo l'Analisi Transazionale, è il piano di vita inconsapevole che il bambino ha deciso di recitare nel palcoscenico reale poichè in quel momento della sua vita era a lui funzionale.
Ma ciò che è ok a otto anni o a cinque, non lo è più nella fase adulta.
Il bambino prende decisioni sul mondo a volte limitiate rispetto alla realtà, poichè non è ancora equipaggiato per leggerlo come un adulto.
Ed il copione non ok, perdente, è una strettoia che limita la crescita e lo sviluppo di una vita felice.
Così si esprime Maria Teresa Romanini, nella prefazione in "Nati per Vincere":
"Ogni decisione per buona che sia, portata avanti senza essere ridimensionata con l'evoluzione del soggetto, diviene limitazione e gabbia ripetitiva al suo bisogno intrinseco di crescita".
La guarigione dal copione non è un evento che si verifica una volta per tutte. Piuttosto occorre progressivamente allenarsi ad esercitare nuove scelte. Occorre fare allenamento quotidiano come lo sportivo si allena in palestra. A volte si può ricadere nell'identidficazione copionale, per verificare se c'è qualcosa di buono nel vecchio comportamento. Probabilmente ci si rende conto che il comportamento copionale "puzza" di vecchio! Ci si rende conto che si hanno più opzioni di fronte alla realtà e allora il copione non ok, non esercita più alcun richiamo. E' come un abito vecchio che si è usato e che ormai va nella cantina tra i vestiti vecchi!
Questo processo può essere ben descitto da questa poesia:
Autobiografia in cinque brevi capitoli di Portia Nelson.
Primo capitolo
Cammino per la strada.
C'è una profonda buca nel marciapiede.
Ci cado.
Sono persa. Sono impotente.
Non è colpa mia.
Ci vorrà un'eternità per trovare come uscirne.
Secondo capitolo
Cammino per la stessa strada.
C'è una profonda buca nel marciapiede.
Fingo di non vederla.
Ci ricado.
Non riesco a credere di essere nello stesso posto.
Non è colpa mia.
Ci vuole ancora molto tempo per uscirne.
Terzo capitolo
Cammino per la strada.
C'è una profonda buca nel marciapiede.
Vedo che c'è.
Ci cado ancora... è un'abitudine.
I miei occhi sono aperti. So dove sono. E' colpa mia.
Ne esco immediatamente.
Quarto capitolo
Cammino per la strada.
C'è una profonda buca nel marciapiede.
La aggiro.
Quinto capitolo
Cammino per un'altra strada.
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