sabato 4 giugno 2016

Metafore dell'Altro

La Relazione
L’Altro come categoria relazionale è leggibile attraverso varie metafore che sono in grado di restituire la complessità della relazione umana. La mappa del territorio dell’Altro, può essere creata, formata e allargata con nuove o usuali o vecchie metafore più o meno esplicite alla consapevolezza dell’individuo, spesso presenti in modo implicito e tacito nel linguaggio quotidiano.
La metafora quando la usiamo (spesso in modo automatico) è un meccanismo che svela alcuni aspetti di un determinato oggetto, ma al contempo ne vela altri. Dunque l' uso consapevole di più metafore permette di vedere meglio, di allargare lo sguardo su un determinato fenomeno per avere una visione meno parziale e più ad ampio respiro.
Sapere che stiamo usando una metafora permette di allargarla, cambiarla, così da poter modificare i percorsi cognitivi/ di pensiero, di visione del mondo della persona e anche poi di azione nel mondo.
È possibile giocare con le metafore attraverso un' attivazione tra la facoltà mentale dell' immaginazione e quella  della razionalità.
Quando la metafora si "letteralizza" (dunque si sclerotizza) può diventare pericolosa, subdola, perché è presente nel tessuto linguistico, ma non la riconosciamo più nel linguaggio parlato.
Identificarla e riconoscerla, integrarla con più metafore, permette di pensare l' Uomo, le relazioni, il mondo, l' Essere, diversamente.  
Ecco qualche metafora su l 'Altro, un oggetto metaforico per certi versi "imprendibile" poiché soggetto e non oggetto/cosa da utilizzare nel mondo:

•  L' Altro è uno Specchio Pulito e riesce a rispecchiarmi nella mia totalità.
Grazie allo sguardo rispecchiante dell' Altro vedo me stesso nelle mie potenzialità/risorse e anche nei miei limiti, nelle mie aree da migliorare.

L ' Altro può essere uno Specchio Non Pulito.
L’Altro mi rimanda immagini di me che non mi appartengono: le sue risonanze, i suoi doverismi, i suoi valori culturali, i suoi bisogni. 
Le sue proiezioni inconsapevoli  possono di fatto ostacolare il rispecchiamento. 

L' Altro è un Contenitore delle mie proiezioni/identificazioni automatiche e inconsapevoli ovvero di parti di me non accettate, non viste, non accolte, connotate emotivamente dalla mia rabbia o aggressività, dalla mia frustrazione, dalla mia idealizzazione, o di parti buone di me: del mio entusiasmo, del desiderio di crescita condivisa.

• L' Altro è un Universo tutto suo che è alterità Assoluta (nel significato latino "sciolto da"), mistero rispetto a me e al contempo è parte di me (l' Altro sono io), sintesi dialettica tra queste due polarità.

L' immagine interna dell' Altro (creato con l'attribuzione di giudizi, pensieri, emozioni) è una copia parzialmente fedele dell' Altro - reale.
L' Altro - reale può a volte sorprenderci con la sua evoluzione personale, altre volte lo vedremo fermo nel punto dove lo abbiamo lasciato (la struttura caratteriale permane intatta).
Altre metafore possono aggiungersi  a quelle sopra esposte e potete associarne di nuove  per descrivere il territorio semantico dell’Altro.

Vi lascio con una domanda filosofica, "altra" rispetto al tema dell' Altro che apre nuove domande e sentieri di riflessione in merito al tema del linguaggio:
• Il linguaggio e le lingue naturali che usiamo rispecchiano fedelmente la Realtà/l ' Essere e le sue strutture? (posizione realista)  
• Il linguaggio penetra e ha un legame naturale con la realtà (e dunque è possibile fare metafisica in quanto è presente una specularità tra linguaggio/pensiero e realtà) o essendo per sua natura convenzionale e non naturale (l ' accordo tra il segno, l' oggetto o significante e il significato è arbitrario) è disancorato con essa (posizione nominalista, dunque la metafisica rimane un bisogno profondo e naturale nell' uomo, ma è una strada infeconda in quanto tra linguaggio / pensiero e realtà/Essere non vi è accordo)?

Vi auguro una buona domenica,

Dott. Andrea Duranti.


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