domenica 9 settembre 2012

Dall'indipendenza all'interdipendenza. Un percorso poetico.

Vi segnalo due poesie di due autori a me cari che delineano come fari, i percorsi dell'indipendenza - separazione - autonomia e dell'interdipendenza nella relazione interpersonale. 

Il primo Fritz Perls il padre della terapia della Gestalt sottolinea l'importanza della separazione - individuazione sè con l'altro da sè.
Thich Nhat Hanh, monaco buddista mette in luce la bellezza e la bontà dell'esserci assieme, la ricchezza nutritiva della relazione proveniente dalla diade o dal gruppo. 

Il rischio - limite di Perls  è  l'individualismo soggettivista, che viene superato nella visione relazionale dell'interdipendenza di Thich Nhat Hanh, in cui pur essendo uno ed individuato viene dato valore al dono di se all'altro da sè in una  una pienezza di essere ed esistere.
Seguono delle mie poesie, espressioni  di vissuti esperienziali. 
Buona lettura! 


Preghiera della Gestalt


Io sono io. Tu sei tu. 
Io non sono al mondo per soddisfare le tue aspettative. Tu non sei al mondo per soddisfare le mie aspettative. 
Io faccio la mia cosa. Tu fai la tua cosa. Se ci incontreremo sarà bellissimo; 
altrimenti non ci sarà stato niente da fare. 
F. Perls





Tu sei me, ed io sono te.
Non è ovvio che inter-siamo?
Tu coltivi il fiore che è in te,
così io sarò bellissimo.
Io trasformo l’immondizia che è in me,
così che tu non dovrai soffrire.
Io sostengo te.
Tu sostieni me.
Io sono in questo mondo per offrirti la pace;
tu sei in questo mondo per portarmi la gioia

Thich Nhat Hanh



Stelle nel cielo che brillano lassù,
sul mondo tutto,
in tutti i punti.

E stiamo in contatto,

come le stelle nel cielo,
illuminiamo le nostre vite
nel cielo della Vita.






E se guardiamo la luna,

pur da diversi punti,
da diversi parti del mondo,
e la guardiamo nel medesimo istante,

tu ed io comunichiamo,

lei intermediaria
della distanza.
Il quì e il là
distanze vicine,
un ponte, la luna.






Silenzi,

passi delicati,
voci festose,
vite liberate,

desiderose di nuovi canti,

nuove primavere, 
che arriveranno.




  
                                                        Andrea Duranti



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